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Sconfiggere il mal di schiena

Sessioni appropriate e costanti di yoga, per chi soffre di mal di schiena, potrebbero rivelarsi un vero e proprio toccasana, in grado di prevenire la comparsa dei dolori e di ridurre la necessità di assumere medicinali o di praticare iniezioni. Numerosi esercizi di yoga sono coinvolti nel migliorare la mobilità e l’elasticità della colonna vertebrale, favorendo la decontrazione dei muscoli causata dalle tensioni e dall’abitudine ad assumere posture scorrette.

 

Soffrite di frequenti mal di schiena? Invece delle punture e degli anti-infiammatori, potreste provare a prevenire i dolori facendo – con sessioni costanti ed appropriate – yoga o streching.

In effetti, che lo yoga abbia numerosi benefici per la salute umana non è propriamente una novità: molti studi sull’argomento hanno confermato già da diverso tempo gli effetti positivi di questa disciplina, che rappresenta un vero toccasana per la salute fisica, mentale e spirituale dell’uomo.    Ma oggi a confermare tutto ciò arriva uno studio condotto dai ricercatori del Group Health Research Institute (GHRI) di Seattle, che ha verificato con appositi esami i benefici dello yoga sulla salute della schiena.

Per il loro esperimento, gli studiosi hanno valutato un campione di 228 persone adulte, sia uomini che donne, per un periodo di 12 settimane, durante le quali tutti i volontari coinvolti hanno svolto periodicamente 75 minuti di yoga o 15 esercizi di stretching differenti.

Risultato? 

Inaspettatamente, quasi tutti i volontari coinvolti nell’esperimento (ben 9 su 10) – che avevano svolto lo yoga e lo stretching in modo mirato e controllato – hanno poi riscontrato un evidente sollievo dal dolore alla schiena.

Insomma, ai primi sintomi del mal di schiena, prima di ricorrere a punture e medicinali facciamo qualche esercizio mirato! In fondo, non è lo stesso principio alla base della chiropratica, che cura questi sintomi in modo naturale?

fonte greenme

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E’ un disturbo frequente in età adulta, con massima incidenza tra i 40 e i 50 anni di età, circa l’80% della popolazione ne è colpito almeno una volta nella vita

La lombalgia (cioè il dolore alla colonna vertebrale, il complesso funzionale che fa da pilastro all’organismo umano) non è una malattia ma un sintomo di diverse patologie, aventi in comune la diffusione del dolore in regione lombare. È un disturbo estremamente frequente in età adulta, con massima incidenza in soggetti di 40-50 anni di entrambi i sessi. Circa l’80% della popolazione ne è colpito almeno una volta durante la vita.

Può presentarsi in forma acuta, subacuta e cronica, con diversi gradi di disabilità.

È tra le più frequenti cause di assenza dal lavoro ed ha perciò un’elevata incidenza socio-economica.

La lombalgia è distinta in due grandi gruppi, a seconda che derivi o meno dai segmenti ossei sovrapposti (le vertebre) che la compongono:

  • di origine vertebrale
  • di origine extravertebrale

Appartengono al primo gruppo le forme da patologie congenite, tra cui:

  • sacralizzazione dell’ultima vertebra lombare, la quinta, che in questo caso risulta fusa con la prima vertebra sacrale
  • spondilolisi, ovvero la mancata fusione di parte dell’arco posteriore di una vertebra
  • spondilolistesi, quando avviene lo scivolamento in avanti di un corpo vertebrale
  • sinostosi, deformità congenita dovuta alla fusione di due o più vertebre;

e le forme, molto più frequenti, da patologie acquisite:

  • processi degenerativi, tra cui discopatie, stenosi del canale etc
  • malattie reumatiche
  • infezioni
  • neoplasie
  • traumi
  • turbe metaboliche e del turnover osseo

Nel gruppo delle lombalgie extravertebrali figurano quelle da cause neuromeningee, viscerali  (gastrointestinali, urologiche e ginecologiche) e vascolari (aneurisma dell’aorta addominale).

Lombalgie particolari sono quelle da cause generali, quali stati febbrili, influenza, raffreddamento (lombalgia “a frigore”).  Più cause di lombalgia possono coesistere nello stesso soggetto.

fonte salute.gov

 

Lombalgia acuta: cause, sintomi e rimedi

Lombalgia, un disturbo che spesso si presenta in forma acuta, oltre che informa subacuta e cronica, e che può portare a diversi gradi di disabilità. Si tratta dunque di un fastidio da non sottovalutare.

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Dalla lombalgia acuta e dalle sue conseguenze ci mettono in guardia sia il Ministero della Salute che l’Associazione Chirurgica Italian Spinale Mininvasiva e Robotica, che ci aiutano a fare il punto su cause, sintomi e rimedi per la lombalgia.

Si parla di lombalgia per indicare un dolore alla colonna vertebrale che non rappresenta una malattia vera e propria di per sé, ma un sintomo di altre patologie, che hanno in comune la diffusione del dolore nella regione lombare.

La lombalgia acuta si manifesta con un dolore intenso alla parte bassa della schiena, che è rappresentata dalla zona lombare. La lombalgia acuta può comparire dopo uno sforzo muscolare eccessivo, dopo un movimento veloce o per una contrattura muscolare improvvisa.

Cause della lombalgia acuta

Un movimento brusco o uno sforzo ed ecco comparire un forte dolore alla parte bassa della schiena. Alla base del movimento, anche banale, che può portare alla comparsa del dolore acuto potrebbe esserci la causa più comune della lombalgia, cioè la degenerazione dei dischi intervertebrali, in particolare tra la quarta e la quinta vertebra lombare e tra la quinta vertebra lombare e la prima sacrale.

La degenerazione dei dischi intervertebrali è, come accennato, la causa più comune di lombalgia e riguarda più del 90% dei casi, secondo i dati del Ministero della Salute. Si parla anche di discopatia degenerativa, che indica i processi regressivi a cui il tessuto discale va incontro nel corso della vita, perdendo progressivamente le sue funzioni.

Tra le cause dei fenomeni degenerativi e dolorosi che interessano la zona lombare troviamo l’invecchiamento, prolungato dall’aumento della durata media della vita, l’artrosi, la degenerazione tissutale fisiologica, la comparsa di ernie dei dischi lombari, talvolta anche già dall’infanzia o dall’adolescenza.

In alcuni soggetti ernie e artrosi si manifestano in anticipo per cause genetiche e familiarità. Tra le cause della degenerazione discale troviamo anche il fitness senza controllo specifico, la mancanza di un istruttore o un allenamento frettoloso, che aumenta al probabilità della malattia.

Secondo lo specialista, il Prof. Pier Vittorio Nardi: “Sono gli sportivi i più soggetti ai problemi legati alla colonna vertebrale, ma sono anche quelli che se ne accorgono prima”. Sconsigliata la corsa, che provoca un movimento non uniforme e che potrebbe causare ulteriori squilibri a livello vertebrale.

Sintomi della lombalgia acuta

Il sintomo principale della lombalgia acuta riguarda la comparsa di un dolore intenso e improvviso a seguito di un movimento brusco o di uno sforzo consistente che ha interessato la schiena. Tra i sintomi principali della lombalgia acuta viene annoverato il classico colpo della strega in cui una contrattura muscolare improvvisa impedisce al soggetto colpito di riprendere la posizione eretta in breve tempo, come invece dovrebbe normalmente accadere.

Un episodio di lombalgia acuta è accompagnato dalla comparsa improvvisa e spontanea, non necessariamente dopo un grande sforzo ma anche a seguito di un movimento banale, di un dolore violento nella regione lombare. Il dolore può sembrare così intenso da dare la sensazione di essere stati trafitti alla schiena.

Il dolore tipico della lombalgia acuta può non limitarsi alla zona lombare, ma irradiarsi verso i fianchi e i glutei. Il dolore può bloccare completamente la schiena e impedire i movimenti.

Rimedi per la lombalgia acuta

A chi soffre di lombalgia, acuta o cronica, gli esperti consigliano di svolgere attività di fisioterapia o sport. Per quanto riguarda lo sport, sconsigliano la corsa, mentre consigliano il nuoto a dorso, che consente lo scarico della colonna e tonifica i muscoli paravertebrali. Inoltre è importante perdere un po’ di peso, se i dolori lombari dovessero essere legati ad un problema di soprappeso o di obesità.

I rimedi più comuni a cui si ricorre in caso di lombalgia acuta sono i medicinali antinfiammatori, gli antidolorifici e i rilassanti muscolari. Vi sono poi fisioterapia, osteopatia, e elettrostimolazione, per le quali bisogna affidarsi a mani esperte. Si consiglia inoltre di eseguire esercizi posturaliesercizi di rafforzamento muscolare, sempre seguendo le indicazioni di un esperto. La scienza sta inoltre  studiando gli effetti degli esercizi di Yoga per la lombalgia. Anche in questo caso dovrete rivolgervi ad una persona qualificata.

Per quanto riguarda i rimedi naturali da applicare in caso di lombalgia acuta troviamo l’artiglio del diavolo, l’arnica montana e gli oli essenziali dalle proprietà rilassanti, come l’olio essenziale di lavanda. Da questo punto di vista suggeriamo di consultare il vostro erborista di fiducia.

Un nuovo rimedio per la lombalgia è rappresentato dall’inserzione di membrane amniotiche. L’intervento con membrane è consigliato sopratutto per i giovani in quanto dopo i 50 anni il disco risulta essere più fibrotico e risponde meno all’azione rigenerante delle membrane stesse.

La membrana amniotica viene estratta dalla placenta raccolta da taglio cesareo in elezione. Le sue principali caratteristiche: tessuto scarsamente immunogenico, per cui può essere innestato senza terapia immunosoppressiva e senza rischi di rigetto; riduzione delle infiammazioni; diminuzione del tessuto cicatriziale; presenza di fattori di crescita; antimicrobico e antifibrotico, secondo quanto comunicato dall’Associazione Chirurgia Italiana Spinale Mininvasiva e Robotica.

In casi gravi di lombalgia, dunque, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico, ma sono diversi i rimedi disponibili, ciascuno da applicare a seconda dei casi, delle condizioni di salute del paziente e del parere degli esperti, che vi raccomandiamo di consultare prima che i vostri problemi alla schiena si aggravino.

 

fonte greenme

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Yoga per la lombalgia, piovono conferme

Vi segnaliamo un nuovo studio, uscito pochi giorni fa, che comprova l’efficacia dello Yoga contro la lombalgia. Made in Germany.
Ecco altre prove. Gli autori tedeschi, dell’università di Duisburg-Essen, hanno individuato una decina di studi clinici in cui lo Yoga è stato utilizzato nei pazienti con mal di schiena. Hanno compattato i dati, li hanno esaminati statisticamente e sono giunti a una conclusione chiara. Riassumiamo i risultati:
– Lo Yoga è efficace a breve termine (alcuni giorni dopo la pratica) nel ridurre il dolore e la disabilità. Inoltre, si nota un miglioramento generale delle condizioni di salute. La vita ricomincia ad essere attraente.
– Anche a lungo termine si nota un indiscutibile miglioramento sul dolore, segno che lo Yoga agisce in profondità. Diminuisce anche la disabilità a lungo termine, anche se in grado minore.
– Nessun evento avverso, la pratica è sicura.
– Lo Yoga può essere raccomandato come un’efficace terapia integrativa ai pazienti che soffrono di lombalgia.
E’ vero che i maestri Yoga sono da sempre consapevoli di questi effetti. Tuttavia, ben vengano i riscontri scientifici perché abbattono le barriere di scetticismo ancora presenti in alcuni ambienti.
Lo studio è stato pubblicato su un giornale per specialisti di terapia del dolore: The Clinical Journal of Pain:
http://journals.lww.com/clinicalpain/Abstract/publishahead/A_Systematic_Review_and_Meta_analysis_of_Yoga_for.99694.aspx
Lo stesso gruppo di ricerca due mesi fa aveva firmato uno studio sullo Yoga contro il mal di collo, anche in questo caso ottimi risultati.
Eccoli.
Lo Yoga è stato confrontato con un programma di esercizio avanzato, spesso prescritto ai pazienti con mal di collo cronico. Lo Yoga è più efficace sia nel ridurre il dolore, che nel contenere il grado di disabilità. I pazienti cioè riescono a svolgere attività messe a repentaglio dal dolore continuo. Aumenta pertanto anche la qualità di vita. Lo Yoga – concludono gli autori – influenza lo stato funzionale dei muscoli del collo, che tornano a lavorare meglio, e alza la soglia del dolore: lo stesso stimolo doloroso non viene percepito come tale dal cervello.
http://journals.lww.com/clinicalpain/Abstract/publishahead

 

 

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